Federica’s Newsletter
Federica’s Newsletter Podcast
Frank Horvat al Jeu de paume
0:00
-9:29

Frank Horvat al Jeu de paume

Qualche giorno fa sono andata a vedere una mostra a Parigi e voglio raccontarvela.

Frank Horvat al Jeu de paume

Qualche giorno fa sono andata a vedere una mostra a Parigi e voglio raccontarvela. La mostra era al Jeu de Paume, che io a sentirlo pensavo volesse dire succo di mela e invece vuol dire gioco di mano. Esponeva varie foto di Frank Horvat.

Frank Horvat, per chi non lo conoscesse è un fotografo famoso, di cui avremo visto delle foto nelle riviste di moda.

L’abbiamo visto sicuramente in qualche giornale. Per esempio di lui avremo visto la foto della donna avvolta in una sciarpa bianca con i soli occhi che sbucano e in testa un cappellino, tanto da sembrare una piramide bianca su uno sfondo di uomini in nero che le danno la schiena (foto di un cappello Givenchy che Horvat ha scattato per Jardin des Modes).

La mostra espone 170 scatti e 70 documenti d’archivio e si chiama Frank Horvat. Paris, le monde, la mode ovvero Frank Horvat. Parigi, il mondo, la moda e si concentra sui primi quindici anni di carriera di questo fotografo eccezionale.

Per prima cosa siamo andati a mangiare. Abbiamo deciso di fermarci al baracchino di Rose Bakery fuori dall’edificio ma era ora di pranzo e c’era una fila lunghissima che procedeva lenta. Allora siamo andati a una tavola calda di fronte, abbiamo mangiato un wrap, che era freddo, e siamo tornati per il caffè. La coda non era ancora diminuita. Ma il caffè era buono. Rose Bakery è nota per i suoi prodotti naturali e di buona qualità. I parigini sono noti per fare la coda pazientemente e a lungo senza lamentarsi. Non come in Italia.

Infine eccoci al Jeu de Paume. Questo edificio, grande e bianco, poco lontano da Piazza della Concorde, dove ora troneggiano le impalcature dedicate al Campionato Mondiale di Rugby, è uno spazio espositivo dedicato all’arte contemporanea che ospita mostre di arte, cinema, fotografia, arte digitale e video arte, ha una superficie di 1200 metri quadrati, ed è situato nel giardino delle Tuileries. È stato aperto nel 1861, e risulta dalla fusione della Galleria nazionale del Jeu de Paume, del Centro nazionale della Fotografia e del Patrimoine Photographique, avvenuta nel 2004.

Entriamo fra sale un po’ oscurate, con video, foto e spiegazioni incollate al muro. Scopriamo così che le opere sono state trovare negli archivi della sua casa atelier di Boulogne Billancourt, alle porte di Parigi. Qui vengono esposte sia le sue opere più famose che alcune inedite.

La mostra è stata organizzata con il sostegno dello Studio Frank Horvat e grazie alla figlia del fotografo, Fiammetta Horvat, ed già stata ospitata nel 2022 al castello di Tours dove ha ottenuto un grandissimo successo, al punto che le Jeu de Paume ha voluto proporla anche a Parigi, arricchendo la collezione con opere fino allora mai viste, che qui possiamo scoprire nelle sale illuminate debolmente dalla luce delle grandi finestre che lasciano entrare la sagoma lontana della Tour Eiffel.

Nell’ultima sala ci sono numerose foto di alta moda che Horvat ha creato per le riviste più prestigiose, e che mostrano uno spaccato della storia delle donne, in un’epoca in cui stava spuntando un nuovo modo di interpretare la moda e la diffusione del prêt à porter mostrava come le donne stessero ampiamente modificando il loro ruolo e la condizione di genere all’interno della società.

Ma andiamo con ordine.

Dicevamo che la mostra si concentra sui primi quindici anni di carriera del fotografo, che vanno dal 1950 al 1965, periodo in cui l’artista si manifesta come un autore e reporter fuori dal comune. Dagli scritti autobiografici che ci ha lasciato possiamo vedere come molte delle sue opere mostrino degli scorci autobiografici e lui abbia l’obbiettivo di indagare se stesso e il mondo in cui viveva

.

Frank Horvat nasce in Italia e si chiama Francesco Horvat. Nasce nel 1928, ad Abbazia (oggi in Croazia), da genitori di origine ebraica. Nel 1939 sua madre deve rifugiarsi in Svizzera, e lì Francesco passa l’infanzia e l’adolescenza, prima di passare un periodo a Zurigo e stabilirsi a Milano dove diventerà fotoreporter nel 1950.

Fa dei reportage sull’Italia popolare, poi parte per il Pakistan con l’amico Henri Cartier-Bresson. A Lahore rappresenta i fumatori di oppio e le cerimonie musulmane, quando va in India testimonia la miseria di Calcutta, e la festa di Pasqua presso i Samaritani in Giordania gli ispira un lavoro che verrà pubblicato sulla rivista Life.

La notte, il corpo e l’intimo sono soggetti che lo attirano. Vedo un suo aturoritratto allo specchio. Sembra un giovane orientale. La macchina fotografica lo copre per metà. La cornice dello specchio lo decora. Vedo delle donne coi loro sari, con gli occhi dipinti e gli sguardi attenti. È una foto dell’India. Una donna si copre un occhio per mostrare un grosso anello, esibendo un braccio decorato con grosso braccialetto. Questa è la sua ricchezza, ma non la libertà.

Alcuni uomini si chinano su piante grasse. Delle suore sono incorniciate dai fiori. Una donna nuda è una sagoma nera in mezzo alla luce bianca che entra dietro di lei dalla porta aperta.

Dopo l’Asia Horvat arriva a Londra e l’Inghilterra gli ispira dei ritratti divertenti. Raggiunge infine Parigi nel 1955, e gira di notte e di giorno per il quartiere di Pigalle, la rue Saint Denis e i boschi del Bois de Boulogne in un’atmosfera che assomiglia a quella dei romanzi polizieschi. Creerà però anche reportage politici sull’Algeria, Berlino e le banlieues di Parigi.

Le foto di questo periodo rappresentano i caffè di notte, lucide vetrine dalle quali si vedono gli ultimi avventori della sera, donne con le gambe lunghe che entrano dentro sale illuminate e fuori c’è solo la notte con la sua oscurità.

Una delle foto più belle, secondo me, è Prostitute dentro una macchina della polizia, da cui si vede una donna fare una linguaccia da un finestrino, mentre viene portata via con la sua pelliccia e il suo trucco da un’automobile nera.

Rosse sono le luci del quartiere di Pigalle e azzurra è la luce che entra piano lasciando passare il pomeriggio. Lo spazio espositivo è stretto, la temperatura è bassa ma non troppo, per preservare le foto.

Guardo le ultime opere. Un marciapiede affollato davanti alla scritta métro. Una signora con un barboncino nero che scende le scale, e intorno a lei il corrimano e l’ombra del corrimano formano un labirinto di luce e di ombra che si proietta intorno a lei. Insegne luminose a forma di conchiglia spuntano dalla porta di un locale. Ballerine di cancan che si guardano allo specchio e sembrano emanare una misteriosa luce. Le foto di moda sono le ultime. Arrivano dopo una serie di nudi lattiginosi. E qui la sala è più affollata. Le guardo di fretta perché siamo già tardi. Dobbiamo prendere il métro e dirigerci verso altri impegni. Il tempo della mostra è finito. Le fotografie restano dentro la sala, esposte allo sguardo dei visitatori. E dentro i nostri occhi, da cui raggiungono il cervello e il cuore coi loro misteriosi intrichi di luci e di ombre.

La mostra Frank Horvat. Paris, le monde, la mode è rimasta aperta dal 16 giugno al 17 settembre. Attualmente però il Jeu de Paume è chiuso e riaprirà il 10 di ottobre.

Questa è stata la più importante mostra dedicata all’autore a partire dalla sua morte, avvenuta il 21 ottobre 2020.

Il romanzo di Federica Lauto, Suite per Irène, è acquistabile in libreria, sul sito delle Le Plurali editrice, su Amazon, e su tutti gli store online.

https://lepluralieditrice.net/prodotto/suite-per-irene/


Discussion about this episode

User's avatar